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Saturday, January 8, 2011

FORARE LE CASE PREFABBRICATE

LE CASE PREFABBRICATE SONO EDIFICI ISOLATI CHE MINIMIZZANO LE DISPERSIONI TERMICHE, IN PARTICOLARE LE PERDITE PER CONVENZIONE DOVUTE ALL’INVOLUCRO ESTERNO (TETTO E PARETI).

LA PRESENZA DI FORI E PRESE D’ARIA, NORMALI IN UN ABITAZIONE PUO’ COSTITUIRE UN PROBLEMA?


Vorrei chiederle se potrebbe approfondire la questione se è consigliabile o no il camino nelle case prefabbricate, evidenziando i pro e i contro specificatamente al fatto che deve avere prese esterne per la fiamma, che vanificano l’ottima coibentazione di queste case.

Inoltre con il fornello a gas in cucina bisogna assolutamente fare il foro di presa d’aria anche nelle case prefabbricate? E se prevedessimo l’areazione forzata è possibile evitare il foro?


Ogni presa d’aria costituisce inevitabilmente un elemento di dispersione per le case prefabbricate che andrebbe eliminato alla fonte.

Quali possono essere questi elementi in un abitazione?

case prefabbricateIl foro della cappa della cucina, necessario per espellere gli odori dovuti alla cottura dei cibi, può essere eliminato adottando una cappa a filtri al posto di una aspirante. Il rendimento è chiaramente inferiore ed i filtri andranno puliti e cambiati regolarmente.

Un impianto di ventilazione meccanica controllata può efficacemente risolvere il problema, ricambiando l’aria viziata della cucina in breve tempo.

Peraltro, in questo caso specifico il foro della cappa non deve esserci proprio, in quanto può creare delle depressurizzazioni che abbassano il rendimento della VMC.

La presenza della caldaia a gas metano impone una presa d’aria sulla parete, secondo la normativa UNI 7129/2008. Tale foro di ventilazione può essere eseguito ad una quota qualsiasi e deve avere un’apertura pari a 6 cm q per ogni kw installato. Il suo scopo è di fornire un afflusso costante di aria dall'esterno, evitando che il gas, durante la combustione, consumi tutto l' ossigeno nell'ambiente interno. Anche il fornello a gas esige la presenza di tale foro, adeguatamente dimensionato.

Le norme prevedono infatti sia la ventilazione (afflusso dell’aria necessaria alla combustione), che l’aerazione (ricambio dell’aria necessaria sia per lo smaltimento dei prodotti della combustione che per evitare miscele con un tenore pericoloso di gas non combusti).

Tale apertura deve essere collegata con l’ambiente esterno all’edificio, non chiudibile, di almeno 100 cmq di ampiezza e protetta da una griglia o una rete metallica. Dovrebbe ovviamente essere praticata in cucina o nel locale termico.

Come può essere evitata nelle case prefabbricate?

Installando una pompa di calore al posto della caldaia, il problema non si pone, (ma non credo che un semplice foro sulla parete possa portare a questa scelta, che dovrà dipendere da ben altri fattori). Per la cottura, si può optare per una piastra ad induzione.

E se installo un impianto di VMC? La normativa in materia non è molto chiara, purtroppo. Non a caso vi sono installatori e tecnici che sostengono con certezza che la ventilazione meccanica controllata non permetta di evitare la presa d’aria, ma molti altri sostengono autorevolmente il contrario, legge alla mano.

Certamente un foro nella parete non è il massimo per il buon funzionamento dell’impianto di VMC, ma la sicurezza viene senz’altro prima del risparmio energetico. Va inoltre detto che la norma tecnica non è una legge e quindi va certamente rispettata, ma è soggetta all’interpretazione (ad esempio di un giudice). Ne deriva che non è possibile determinare in modo certo ed assoluto la necessità o no di tale foro di ventilazione nella parete (sono sicuro che qualcuno potrà smentire con certezza queste mie osservazioni..).

Si deve ricordare che l’impianto della vostra casa in legno dovrà essere corredato di un certificato di collaudo e conformità, che la maggior parte degli impiantisti sottoscriverà solamente in presenza del famigerato foro.

Nel caso di stufe e camini, infine, è necessario produrre un buon tiraggio, certamente non semplice nelle case prefabbricate, per l’assenza di spifferi e di dispersioni naturali. La soluzione più semplice è l’installazione di una presa d’aria. Anche in questo caso, può essere a parete (soluzione che sconsiglio nelle case prefabbricate) o direttamente sul tetto. In questo caso si tratta di una modifica alla canna fumaria, con l’inclusione di un condotto per l’aria parallelo a quello dei fumi, specifico per combustibili solidi ed adatto agli edifici senza apporto di aria dai vani dell'abitazione.

Sunday, January 2, 2011

POMPE DI CALORE E CASE PREFABBRICATE

LA POMPA DI CALORE E’ UN IMPIANTO CHE STA TROVANDO UN’AMPIA DIFFUSIONE NEGLI ULTIMI ANNI, ANCHE NEL NOSTRO PAESE. SI TRATTA DI UNA SOLUZIONE CHE PERMETTE DI SLEGARSI DALLA RETE PUBBLICA DEL GAS E CHE PUO’ FUNGERE SIA DA RISCALDAMENTO INVERNALE CHE DA CLIMATIZZAZIONE ESTIVA.


Nella mia futura casa, vorrei liberarmi, per vaie ragioni, dall’utilizzo del gas metano.

Mi hanno consigliato una pompa di calore geotermica, ma non ne ho ben compreso il funzionamento ed i vantaggi.

Vanno bene per le case prefabbricate? Sono costose? E per la cucina, come posso fare?


Una semplice piastra ad induzione può permettere di cucinare senza la necessità del tradizionale fornello a gas.

Per quanto riguarda il riscaldamento, la geotermia possiede innumerevoli pregi. Con poca energia elettrica è possibile riscaldare e raffrescare la propria casa, grazie all’alto coefficiente di rendimento di questi impianti. Il difetto è solamente …. il costo. La trivellazione di uno o più pozzi (si arriva ad una profondità di circa 100 metri), unitamente alla considerevole spesa dell’impianto comporta cifre quasi mai ammortizzabili per una singola abitazione.


pompa di calore, pompe di calore, geotermiaLe case a basso consumo, ed in particolare le case prefabbricate, richiedono una minima quantità di energia termica per la regolazione climatica. Se analizziamo questa necessità sotto il profilo puramente economico, non posso che sconsigliare un simile impianto, sovradimensionato ed improduttivamente oneroso.

La geotermia costituisce un eccellente investimento qualora il fabbisogno termico comporti ben diverse richieste di energia, come nel caso di edifici pubblici, condomini o residence, strutture alberghiere e palazzi per uffici, ma non certo per le case prefabbricate.

Niente pompa di calore, dunque? Non necessariamente.

Detto in poche parole della geotermia (non è questa la sede per descriverne il funzionamento), la versione più semplice della pompa di calore, denominata "aria-acqua" presenta costi d’acquisto ed installazione senz’altro più abbordabili e permette di evitare l’allaccio al gas anche per le case in legno, pur con un coefficiente di rendimento meno elevato della versione geotermica.

In breve, le pompe di calore sono macchine che trasferiscono calore da una sorgente a temperatura più bassa ad un’altra a temperatura più alta, secondo lo stesso principio del frigorifero e dei climatizzatori.

Il cuore dell’impianto è costituito da un circuito chiuso, percorso da un fluido che, a seconda delle condizioni di temperatura e di pressione in cui si trova, assume lo stato di liquido o di vapore.

Le fasi di trasformazione sono quattro, compressione, condensazione, espansione ed evaporazione.

Nel corso del suo funzionamento, la pompa di calore consuma energia elettrica nel compressore, assorbe calore nell'evaporatore dal mezzo circostante (in questo caso aria), cede calore al mezzo da riscaldare nel condensatore (ovvero l’ acqua del riscaldamento a pavimento).

Gli impianti più interessanti per le case prefabbricate producono perciò calore a bassa temperatura (rilasciato appunto da un pavimento radiante).

L’energia elettrica necessaria per il funzionamento della pompa di calore è inferiore a quella termica prodotta dal sistema, con un rapporto detto C.O.P. (coefficiente di prestazione o rapporto tra energia fornita e quella consumata ) che varia a seconda del sistema utilizzato. Nel caso specifico delle pompe aria-acqua, il rapporto è in media di 1:3.

Questo significa che per 1 kWh di energia elettrica consumato, verranno forniti 3 kWh di calore al mezzo da riscaldare.

In tutti i casi, il favorevole coefficiente energetico rende l'utilizzo della pompa di calore notevolmente vantaggioso, in quanto fornisce più energia di quella impiegata per il suo funzionamento.

Il rendimento sarà tanto maggiore quanto più bassa è la temperatura a cui il calore viene ceduto (nel condensatore) e quanto più alta è la temperatura della sorgente da cui viene assorbito (nell'evaporatore).

La pompa di calore più “economica” ed indicata per riscaldare le case prefabbricate, è, pertanto, la meno efficiente in termini di rendimento percentuale.

A titolo puramente indicativo, il migliore rendimento si ottiene con le cosiddette pompe "acqua-acqua", che sfruttano la temperatura dell’acqua di falda a ridotta profondità (tralaltro non sempre presente o sfruttabile).

L'acqua come sorgente fredda ottimizza le prestazioni termiche di calore, senza sentire gli effetti delle condizioni climatiche esterne e tuttavia tale impianto comporta una maggiore spesa dovuta al sistema di adduzione.

Al contrario, l'aria, come sorgente fredda, ha il vantaggio di essere gratuita e sempre fruibile in quantità illimitata; tuttavia la potenza fornita dalla pompa di calore diminuisce con la temperatura della sorgente, per cui il rendimento dell’impianto non è costante.

Può essere interessare posizionare la sonda all’interno dell’edificio, utilizzando ad esempio l'aria presente nell’interrato come sorgente fredda.

Esistono poi pompe di calore che cedono il calore mediante semplici ventilconvettori, ma, personalmente, se ne sconsiglia l’uso nelle case prefabbricate.

Infine, alcune pompe permettono anche di invertire il ciclo per ottenere la possibilità di climatizzare gli ambienti nella stagione calda (bisognerebbe in tal caso deumidificare l’aria per evitare formazione di condensa sul pavimento).

Concludendo, la pompa di calore, nella sua versione aria-acqua, può costituire un impianto interessante per riscaldare le case prefabbricate in legno. I maggiori costi rispetto alla tradizionale caldaia a gas comportano tempi di ammortamento della spesa piuttosto lunghi, che andranno valutati attentamente, caso per caso.

Thursday, December 2, 2010

RISCALDARE LE CASE PREFABBRICATE

PER LA CLIMATIZZAZIONE INVERNALE DELLE CASE PREFABBRICATE IN LEGNO NON SERVONO IMPIANTI SOVRADIMENSIONATI, MA UN’EFFICACE INTEGRAZIONE TRA DIFFERENTI FONTI DI CALORE.


Prossimamente acquisterò una casa prefabbricata in legno su 2 piani di circa 140/150 mq.

Non voglio assolutamente risparmiare su pareti, serramenti e sull'isolamento del tetto.

Sul coperto vorrei infine installare un impianto fotovoltaico.
I miei dubbi sono legati all'impianto di riscaldamento, sentendomi sottoposto ad un bombardamento di termini come pompa di calore, ventilazione meccanica controllata, geotermia.
Partendo dal presupposto che vorrei un camino (meglio ancora un termocamino?), poichè ho la possibilità di reperire legna gratis, è preferibile creare delle canalizzazioni dell'aria nei vari locali o è meglio collegarlo al riscaldamento a pavimento? Posso scaldare anche l'acqua
sanitaria?
Ovviamente il camino lo userò nei periodi più freddi dell'anno (circa 3 mesi), quindi dovrò abbinare un'altra fonte di riscaldamento che mi andrà ad integrare quest’ultimo.

Cos'è meglio? Caldaia a biomasse, a condensazione, pompa di calore o sfruttare i pannelli … in qualche modo?


case in legnoUn camino costituisce un’ottima fonte di calore, con un grande valore estetico-funzionale. Non può per ovvie ragioni divenire l’elemento primario del nostro riscaldamento, ma va piuttosto visto come un’efficiente integrazione alla caldaia o alla pompa di calore.

Sino a (davvero) pochi anni fa il riscaldamento di un’abitazione era assicurato da una caldaia e dai tradizionali caloriferi. Il gas della rete pubblica costituiva al 90% la fonte di energia primaria per la climatizzazione invernale e non si parlava ancora di riscaldamento a pavimento o di valvole termostatiche. A causa delle notevoli dispersioni dovute al minimo livello di isolamento di questi edifici, i costi per il riscaldamento erano davvero alti. La maggior parte del patrimonio immobiliare del nostro paese presenta queste caratteristiche.

Le case prefabbricate richiedono poca energia, sono isolate e trattengono efficacemente il calore. Servirà pertanto poca energia, possibilmente “pulita” e generata da impianti dimensionati correttamente.

Va da se che si dovrebbe ragionare nell’ottica del rientro nell’investimento, rispetto ad un impiantistica “base” (una caldaia a condensazione con radiatori dotati di valvola termostatica).

La sostituzione dei radiatori con un riscaldamento a pavimento genera un extra costo che comporta tempi di ammortamento economico tanto più lunghi, quanto maggiore è il rendimento termico dell’edificio. La presunta maggiore efficienza del pavimento radiante è peraltro tutta da dimostrare (al limite i vantaggi sono altri, estetici e funzionali).

Le pompe di calore permettono di evitare l’allacciamento alla rete del gas. Abbinate ai pannelli fotovoltaici rappresentano una fonte di calore (escluso l’acquisto) davvero a costo zero. Ma il costo di un impianto completo con riscaldamento a pavimento è almeno doppio rispetto alla nostra base di partenza, con tempi di rientro nell’investimento di vari decenni.

Paradossalmente si può trattare di una buona soluzione se ci riferiamo ad edifici mediamente disperdenti. Per non parlare di un impianto geotermico, poco adatto ad una singola abitazione, ma ideale per piccoli uffici o condomini. In questo caso la maggior spesa può essere ammortizzata in un tempo ragionevole, mentre per la nostra villetta occorrono centinaia di anni….!!!

La ventilazione meccanica controllata resta un capitolo a se. La funzione principale di questo impianto è il ricambio completo del volume di aria in un certo lasso di tempo, con un recupero del calore vicino al 100%. L’alternativa, necessaria, a maggior ragione nelle case prefabbricate, è il ricambio manuale, scomodo e disperdente. Le case prefabbricate minimizzano le dissipazioni termiche, un vantaggio dal punto di vista energetico, ma la qualità dell’aria può risentire a lungo termine negativamente dell’assenza di scambi naturali con l’esterno.

Molte ditte di case prefabbricate offrono la cosiddetta “parete traspirante”, ma si tratta soprattutto di una scelta relativa alla presenza o meno di una barriera al vapore. La realtà che gli edifici male isolati hanno il paradossale vantaggio di un ricambio naturale dell’aria (a prezzo comunque di una bolletta salata), mentre quelli a basso consumo richiedono una maggiore attenzione verso quest’aspetto (i ricambi manuali periodici o la ventilazione meccanica, appunto).

Sono molto interessanti le caldaie a legna o a pellets (non semplici stufe, ma veri e propri impianti ad acqua), il cui costo di esercizio è basso e comunque inferiore all’utilizzo del gas metano. Si tratta anche in questo caso (e ti pareva…) di sistemi piuttosto costosi, che richiedono continue manutenzione e che devono essere dotati di un sistema di carica del combustibile meccanico ad alta autonomia, che eviti la continua necessità di azioni manuali.

Riassumendo, la caldaia a condensazione resta un impianto interessante (a radiatori o a pavimento), economico ed efficace.

Le case prefabbricate richiedono infatti poca energia per il riscaldamento.

Al nostro impianto possiamo abbinare dei pannelli solari termici per la produzione dell’acqua sanitaria, meglio ancora se integrati con il riscaldamento.

Una piccola stufa in maiolica o un camino ad aria possono completare un pacchetto impiantistico ideale per le case in legno, con una spesa senz’altro interessante.

Wednesday, September 29, 2010

CASE PREFABBRICATE IN LEGNO AUTOSUFFICIENTI

È POSSIBILE ELIMINARE LA TRADIZIONALE CALDAIA DALLE CASE PREFABBRICATE IN LEGNO? E’ UNA DOMANDA CHE MI VIENE POSTA SPESSO.

E’ POSSIBILE REALIZZARE UN’ABITAZIONE DEL TUTTO INDIPENDENTE DAI SERVIZI DI FORNITURA DEL GAS E DELL’ELETTRICITÀ? IN VIA TEORICA, OVVIAMENTE, SI.

TUTTAVIA IL MITO DELL’ABITAZIONE AUTOSUFFICIENTE VA UN PO’ RIDIMENSIONATO.

Qual è il duplice scopo da perseguire?

Realizzare un’abitazione ecologica che grazie ad un corretto isolamento riduca le emissioni e contenga i costi energetici.

Rispetto all’edilizia corrente si tratta evidentemente di un grandissimo risultato.

Se potessimo agire su grande scala, i benefici ambientali ed economici sarebbero impressionanti con effetti immediati sull’intero ecosistema, proprio per il peso del settore dell’edilizia sul clima e sugli stessi mercati finanziari.
Rispetto ad una casa tradizionale poco efficiente i consumi delle case prefabbricate possono essere inferiori sino al 60-70%, senza accorgimenti particolari. Un’impiantistica basata su un intelligente utilizzo di energie rinnovabili può portare questo risultato al 80-90%. E’ necessario spingersi oltre e a che prezzo?
bioedilizia, risparmio energeticoUna casa in grado di non consumare energia si definisce passiva. Questo risultato si raggiunge solamente con l’involucro, senza l’ausilio di impianti (solari o a biomasse), ma grazie all’alto isolamento e agli apporti del sole durante la stagione invernale. Le case passive però richiedono una progettazione basata su soluzioni tecniche che possono risultare scomode per le esigenze di una normale famiglia, come la disposizione a corte degli ambienti attorno ad una serra vetrata capace di funzionare da serbatoio di calore durante i mesi freddi (da aprire durante la stagione estiva) e altri accorgimenti spesso vincolanti.
Una corretta progettazione che tenga conto dell’orientamento e di un utilizzo ottimale del calore del sole può migliorare efficacemente il rendimento energetico dell’involucro edilizio, senza stravolgere le esigenze distribuitive dei vari ambienti interni.
Nella scelta della dotazione impiantistica si dovrà tenere conto necessariamente dei diversi tempi di ammortamento dei costi tra un solare termico, una caldaia a pellets o un impianto eolico o geotermico.

Il rientro negli investimenti è spesso lungo e non sempre l’acquisto risulta conveniente, soprattutto nel caso di un iper-dimensionamento degli stessi o nella sovrapposizione delle funzioni energetiche, dovuto quasi sempre all’eccesso di entusiasmo da parte del cliente.
Le alternative sul mercato sono moltissime e andranno attentamente ponderate in base allo stile di vita del nucleo abitativo, quotidiano e stagionale, sull’ubicazione geografica, le caratteristiche morfologiche del terreno, l’eventuale disponibilità di legname da combustione.

Un corretto dimensionamento impiantistico non dovrebbe in ogni caso essere valutato perseguendo il miraggio di un’autosufficienza energetica, pur in presenza di un’abitazione termicamente efficiente. Si deve necessariamente tenere conto della variabilità delle condizioni energetiche, soprattutto se ci affidiamo al sole come fonte principale. Giornate di grande freddo o di nebbie persistenti sono sempre possibili per molti mesi, limitando fortemente la produzione di energia (elettrica o termica) dei pannelli solari. Vi è dunque la necessità di sopperire ai cali di produzione o alla richiesta di picchi di energia, integrando le fonti rinnovabili che abbiamo per l’impiantistica principale con opportuni ausili secondari. Il contributo di questi impianti di supporto può essere sporadico e limitato appunto a condizioni di punta momentanee.
Il loro utilizzo mirato a situazioni eccezionali ne suggerisce un minimo investimento economico. Ecco perché la scelta più intelligente per le case prefabbricate è spesso la dotazione di una piccola caldaia a gas (meglio se a condensazione, vista le attuali minime differenze di prezzo) in grado di funzionare solo quando risulta strettamente necessario il suo contributo energetico. Le bollette di luce e gas saranno sempre leggere, mentre la loro radicale eliminazione risulterà possibile solo a fronte di investimenti economici impegnativi, in ogni caso superiori al beneficio ottenuto e quasi mai realmente giustificabili.
Ricordiamoci che l’acquisto delle case prefabbricate in legno riduce a priori drasticamente i consumi, mentre i produttori di questi impianti hanno tutto l’interesse a venderci i loro prodotti, così come i tecnici e gli impiantisti interpellati spingeranno molto per convincerci al loro acquisto.
Puntiamo dunque al massimo dell’efficienza, tenendo presente che si tratta di un investimento mirato ad un ritorno, sia ecologico che economico. Si tratta di individuare la migliore combinazione possibile tenendo conto di fattori estremamente individuali, che possono risultare del tutto errati per un’altra famiglia o in un altro contesto.

Con le case prefabbricate, non esiste mai una ricetta assoluta da applicare indistintamente in tutte le situazioni.
Il bravo tecnico dovrebbe supportarvi in questa scelta imparzialmente, senza interessi personali di sorta, indirizzandovi ad assemblare una sintesi energeticamente efficiente tra impianti tra loro compiutamente complementari.

Thursday, July 22, 2010

CASE PREFABBRICATE AUTOSUFFICIENTI

LE CASE PREFABBRICATE IN LEGNO PERMETTONO DI REALIZZARE COSTRUZIONI ISOLATE DAI BASSISSIMI CONSUMI ENERGETICI, IN MODO SEMPLICE E VELOCE. SINO A CHE PUNTO E’ POSSIBILE SPINGERE VERSO L’ALTO LE PRESTAZIONI SENZA FAR LIEVITARE I COSTI?

“Vorrei realizzare una casa prefabbricata passiva o, quanto meno, staccarmi il più possibile dagli enti erogatori di gas ed elettricità. Mi sembra di capire che una casa tradizionale di questo tipo costerebbe moltissimo, mentre con le case prefabbricate sarebbe teoricamente possibile”.


“Ho una casa molto grande e dispersiva. La mia prossima abitazione dovrebbe essere il più possibile indipendente, con un gran numero di impianti solari termici e fotovoltaici o, magari, l’eolico”.


Qual è il prezzo dell’autosufficienza energetica?


In molti casi le case prefabbricate in legno permettono di risparmiare sino al 90% sul prezzo delle bollette rispetto ad un pari edificio in muratura, senza adottare particolari accorgimenti.

case prefabbricate, case passiveSi tratta di dati molto significativi che dovrebbero far riflettere chi si accinge a costruire la propria abitazione in questo periodo. Senza particolari accorgimenti tecnici (un buon progetto aiuta in ogni caso) le case prefabbricate standard attualmente presenti sul mercato italiano permettono un effettivo risparmio, tanto sul prezzo di acquisto, quanto sui costi di esercizio.

A mio parere si dovrebbe ricercare il miglior rapporto q/p ed accettare di dipendere dai gestori delle reti energetiche per la parte restante che avrà dei picchi significativi in estate e in inverno. Per la maggior parte dell’anno una casa in legno ben concepita consumerà un minimo quantitativo di energia.

Vale la pena di spingere le prestazioni oltre questo 90%, sino a consumi di tipo “passivo”?

Una casa passiva è una costruzione che consuma tanta energia quanto ne produce.

Questa energia può essere ottenuta con sistemi captanti, in grado di immagazzinare l’energia solare, o con impianti solari o la ventilazione meccanica controllata a recupero di calore. Questi impianti hanno un costo e dei tempi di recupero dell’investimento, ma solitamente si tratta di una buon scelta che permette di rientrare in tempi ragionevoli nell’investimento. L’importante è una buona progettazione impiantistica che eviti un sovradimensionamento immotivato degli stessi. Ricordiamo che stiamo pur sempre parlando di edifici a basso consumo. Se voglio eliminare delle bollette di per sè leggere attraverso un impianto fotovoltaico con annessa pompa di calore geotermica, devo essere conscio che i tempi di ammortamento saranno di parecchi decenni, un periodo difficilmente giustificabile per una singola abitazione unifamiliare.

Sul mercato sono disponibili varie soluzioni integrate, adatte per tutte le esigenze. Se avremo sul tetto qualche Kw di fotovoltaico può essere interessante sfuggire alla rete del gas, dotandoci di piastre ad induzione per la cucina e di un impianto di riscaldamento che sfrutti il surplus elettrico come le pompe di calore aria-acqua o i pavimenti radianti elettrici, che utilizzano delle resistenze al posto della classica serpentina.

Qualsiasi scelta si faccia, dovrebbe essere sempre improntata alla ragionevolezza. Le moderne caldaie a condensazione hanno costi interessanti e possono lavorare poco all’interno delle case prefabbricate, limitando i consumi. Il solare termico (imposto o no dal Comune di appartenenza) va montato senza indugi e possibilmente integrato nel riscaldamento. In ogni caso spendiamo con moderazione ed intelligenza.

Questione involucro edilizio. Anche in questo caso si può fare molto senza eccessivi aggravi di costo sul prezzo dell’edificio. Aumentare lo spessore del cappotto migliora senz’altro la coibentazione invernale dell’edificio. Una fibra di legno ad alta densità avrà una maggiore capacità smorzante rispetto all’onda termica estiva di una lana di roccia leggera. Un triplo vetro isolerà meglio di un vetro doppio (ma limiterà il guadagno termico passivo). Esistono sul mercato delle costruzioni in legno tante soluzioni interessanti ed ogni ditta di case prefabbricate offre una gamma di pareti e diversi assemblaggi di materiali, adatti per tutte le esigenze.

Persino l’isolamento dell’attacco a terra dell’edificio può essere migliorato con grande beneficio sulle prestazioni energetiche. Anche in questo caso il mio consiglio è di richiedere le eventuali differenze di prezzo per le migliorie dell’involucro, valutando il beneficio nel tempo nell’ottica dell’investimento.

Una spesa eccessiva non servirà comunque a molto e si trasformerà inevitabilmente in un costo inutile.

Saturday, July 17, 2010

L’IMPIANTISTICA PER LE CASE PREFABBRICATE

LE CASE PREFABBRICATE IN LEGNO SONO EDIFICI A TUTTI GLI EFFETTI CHE RICHIEDONO UN’IMPIANTISTICA “ADEGUATA” PER RAGGIUNGERE OTTIMALI CONDIZIONI DI COMFORT TERMICO, OLTRE CHE PER I NORMALI UTILIZZI QUOTIDIANI.


Come ribadito a più riprese, non vi è necessità di sovradimensionare gli impianti, ma si dovrà raggiungere un buon equilibrio tra spesa da sostenere ed effettiva necessità di energia.

Le case a basso consumo consumano poca energia.

Di conseguenza è preferibile scegliere una buona integrazione tra due o tre fonti e lasciare che sia l’edificio stesso a richiedere l’intervento della caldaia o del solare termico (per fare un esempio) a seconda della disponibilità e delle esigenze del momento.

Riscaldamento e protezione passiva dell’edificio dovranno surrogare in buona parte i consumi energetici, ma in molti casi i “picchi” di caldo e freddo richiederanno il supporto degli impianti.

case in legno, case di legno, casa di legnoL’installazione di impianti costosi e sovrabbondanti difficilmente verrà ammortizzata e non apporterà particolari benefici microclimatici o sulle bollette energetiche. La scelta dovrà essere fatta pertanto in base a specifici fattori e dovrà tenere conto prevalentemente delle condizioni climatiche locali e dello stile di vita del nucleo familiare.

Ho ritenuto quindi opportuno mettere in evidenza gli articoli attualmente già pubblicati che si sono occupati di vari aspetti attinenti l’argomento impianti per le case prefabbricate.


GLI IMPIANTI PER LE CASE PREFABBRICATE IN LEGNO

Una breve carrellata delle soluzioni più idonee per la regolazione climatica delle case prefabbricate, scegliendo impianti a basso consumo e dal costo contenuto.


L’IMPIANTO ELETTRICO DELLE CASE PREFABBRICATE

La predisposizione di tubazioni vuote e scatole di derivazione già all’atto della produzione delle case prefabbricate impone un certo impegno da parte del cliente e costringe a pensare in anticipo alla disposizione dell’arredamento, evitando improvvisazioni e scelte dell’ultimo minuto.


LA VENTILAZIONE MECCANICA DELLE CASE PREFABBRICATE IN LEGNO

Un impianto poco conosciuto, persino essenziale per assicurare un’efficienza energetica di prima classe ed un ricambio completo dell’aria delle case prefabbricate.


IL SOLARE E LE CASE PREFABBRICATE IN LEGNO

Il solare è di moda. Non tutto è oro quello che luccica e si deve conoscere i pro ed i contro della tecnologia attualmente sul mercato e degli incentivi attualmente previsti dalla normativa.


RISCALDAMENTO A RADIATORI O A PAVIMENTO NELLE CASE IN LEGNO?

Il riscaldamento a pavimento è ancor più di moda. I moderni radiatori con valvola termostatica garantiscono costi inferiori ed efficienza energetica e in molti casi restano la scelta migliore.


BIOMASSE: RISCALDARE LE CASE PREFABBRICATE IN LEGNO CON … IL LEGNO

Una casa naturale merita di essere climatizzata con fonti energetiche sostenibili. Si tratta di un buon investimento impiantistico a costi piuttosto interessanti e di una piacevole scelta per la nostra casa, anche di arredo.


IL BENESSERE DELL’EDIFICIO, UNA VIRTU’ POCO CONOSCIUTA

Aria condizionata e case prefabbricate.

Concludiamo con questo “vecchio” articolo che ricorda che non tutti gli impianti sono in grado di offrire il medesimo comfort termico.

Thursday, July 1, 2010

L’IMPIANTO ELETTRICO DELLE CASE PREFABBRICATE

L’IMPIANTISTICA DELLE CASE PREFABBRICATE IN LEGNO NON SI DIFFERENZIA PARTICOLARMENTE DA QUELLA INSTALLATA NELLE CASE TRADIZIONALI. LE ESIGENZE FUNZIONALI SONO LE MEDESIME E RIBADISCONO L’ANALOGIA TRA COSTRUZIONI IN MURATURA E CASE IN LEGNO.


Negli edifici realizzati dalle imprese di costruzioni, pur essendo quasi sempre presente uno schema di impianto elettrico, già prima della sua realizzazione sul cantiere, il cliente non si interessa particolarmente della disposizione delle prese, delle luci e degli interruttori. Il progetto impiantistico è solitamente mirato all’ottenimento della concessione e diventa uno dei tanti documenti da produrre per il Comune o, al massimo, serve per redigere un offerta economica da parte della ditta esecutrice. Va da se che poco importa, in particolare al committente finale, la disposizione locale per locale e l’effettiva rispondenza con quanto andrà eseguito davvero successivamente all’interno delle pareti. Il tempo a disposizione è molto e solitamente si rimanda ad una fase avanzata della costruzione ogni decisione relativa agli impianti. La tracciatura in cantiere (con tanto di spray colorato e “graffiti” sulle pareti) è consuetudine diffusa, per non dire la regola. L’impresa di costruzione si limita ad eseguire l’assistenza muraria e predispone “a regola d’arte” la devastazione dei muri interni, all’interno dei quali verranno posate le tubazioni vuote e le scatole di derivazione. case prefabbricate

Questo sistema ha l’indubbio vantaggio di non impegnare troppo nelle decisioni il committente, che ha tutto il tempo di dedicarsi ad altro.

Le case prefabbricate in legno, al contrario, presentano il “grave” difetto di costringere il cliente a prevedere ogni singolo punto dell’impianto, in quanto la predisposizione andrà (quasi sempre) eseguita in produzione. Le pareti giungeranno pertanto in cantiere con i tubi e gli attacchi già inseriti nelle pareti. Ergo, il cliente delle case prefabbricate in legno dovrà preventivamente studiare a fondo il proprio impianto elettrico e dedicarci possibilmente un certo tempo, studiando in particolare l’arredamento e la disposizione dei mobili. La cucina stessa richiederà, oltre all’impegno immaginifico, un vero e proprio progetto esecutivo che tenga conto di distanze ed altezze di ogni singola presa, luce od interruttore. Un lavoro sicuramente faticoso, che dovrà inevitabilmente precedere la campionatura della casa. Sottovalutare l’impianto elettrico delle case prefabbricate può portare a compiere errori piuttosto importanti, che potrebbero penalizzare parecchio la funzionalità generale dell’edificio o a costringere all’antiestetico abuso delle famigerate “ciabatte”. Il consiglio tecnico del progettista o dell’addetto alla campionatura ovviamente limiterà i danni, ma nessuno meglio del cliente stesso può conoscere le proprie esigenze.

Paradossalmente la tracciatura volante direttamente sulla tramezza in laterizio può agevolare il pigro committente tradizionale, in quanto vi è una bella differenza tra trovarsi fisicamente nello spazio della propria casa, percepibile e tangibile, e leggere una piccola piantina bidimensionale, non sempre intuibile quanto a dimensioni.


A questo punto la domanda sorge spontanea (citando un recente quesito di un lettore):

“Vorrei sapere se è possibile aggiungere delle prese o punti luce in un momento successivo o ci possono essere problemi per le pareti”.


La predisposizione dell’impianto elettrico limita al minimo gli interventi sui muri delle case prefabbricate.

E’ intuibile che si dovrebbe evitare di tagliare le pareti in legno, anche in presenza di eventuali contro camere per gli impianti ed a maggior ragione quando i tubi corrugati attraversano l’isolamento. Tuttavia può verificarsi la necessità di potenziare l’impianto anche a struttura già montata. Meglio sarebbe farlo prima della stuccatura del cartongesso, ma se l’intervento è inevitabile conviene comunque affidarci all’azienda costruttrice stessa o ad una ditta specializzata, che saranno in grado di eseguire il lavoro senza conseguenze sulla tenuta e la stabilità del fabbricato.

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